Negli spazi al primo piano della ex-casa parrocchiale, quella che abbiamo chiamato “Casa don Aldo”, nell’estate scorsa abbiamo ristrutturato un appartamentino per ospitare persone bisognose di accoglienza. Grazie al contributo della Diocesi e della Caritas abbiamo recuperato uno spazio da anni sostanzialmente dismesso: ora alla nostra comunità è stato restituito un ambiente che diventa provocazione ad accogliere e a relazionarsi con chi ha storie travagliate e necessita di un aiuto per ripartire.

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Il sostegno della Caritas ci ha indotti a iniziare con l’ospitare tre giovani migranti: due hanno già ottenuto il riconoscimento di rifugiati e uno invece è un richiedente asilo. Si tratta di due giovani di 20 anni e uno di 22 anni. Provengono da tre Paesi africani: Senegal, Costa d’Avorio, Camerun.

Ci piace aver raccolto questa sfida che papa Francesco aveva lanciato qualche tempo fa riguardo ad un’accoglienza diffusa in ciascuna parrocchia. La generosità di tante persone non si è fatta attendere. Vorremmo fosse il cammino dell’intera comunità, scandito dai verbi che il papa anche recentemente ha chiesto di declinare e praticare. Il 21 febbraio 2017 il papa al Forum internazionale “Migrazioni e pace” ha usato quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Ora occorre viverli nella concretezza, sia come singoli che come comunità.

“Credo che coniugare questi quattro verbi, in prima persona singolare e in prima persona plurale, rappresenti oggi un dovere nei confronti di fratelli e sorelle  che, per ragioni diverse, sono forzati a lasciare il proprio luogo di origine: un dovere di giustizia, di civiltà e di solidarietà”.

Concretizzare questi quattro verbi non è per niente facile. Occorre nel flusso dei giorni inventare, discernere, provare le vie che consentono di sostenere questi giovani perché sappiano responsabilmente prendere in mano la loro vita dentro questo nostro contesto culturale, sociale, lavorativo.

Ora stanno frequentando corsi di formazione professionale. C’è chi ha iniziato a studiare per la patente. Chi si è inserito negli scout e che in un gruppo di teatro. Chi gioca al pallone e chi ha stretto amicizie con giovani di altre realtà e parrocchie.

Nella nostra comunità c’è chi sta aiutando a comprendere il linguaggio criptico dei quiz per la patente e chi ha iniziato un approccio di amicizia e relazione. Chi ha aiutato ad allestire l’appartamento e gli utensili per la cucina… Ora stiamo cercando chi si presta a fare un po’ di “conversazione” in italiano per aiutarli a possedere meglio la nostra lingua. Ma non mancano altre idee… come pure si è aperti ad accogliere suggerimenti e possibilità.