Dal libro della Gènesi. (Gen 37, 3-4. 12-13. 17-28)

Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente…

Oggi la liturgia propone questo brano tratto dalla Genesi che mi ha fatto ricordare il capolavoro conservato presso il Museo Arcivescovile di Ravenna: la Cattedra d’avorio di Massimiano, vescovo di Ravenna alla metà del VI secolo (456-556). La cattedra è un monumento straordinario per bellezza e unicità che ho avuto la fortuna di poter ammirare. (Vi ricordo che a Ravenna con un unico biglietto si possono vedere delle autentiche meraviglie: il Museo Arcivescovile con la Cappella di Sant’Andrea e la Cattedra d’avorio, il Battistero Neoniano, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia.)

Tra le numerose formelle che decorano e compongono la Cattedra ci sono quelle che narrano la vicenda di Giuseppe l’ebreo (direi un bel esempio di integrazione riuscita nonostante le premesse iniziali!!).

La tradizione cristiana, nell’interpretazione scritturistica dei Padri della Chiesa, ha spesso interpretato la figura di Giuseppe come prefigurazione di Cristo ed è in questa chiave che vanno lette le raffigurazioni in avorio della cattedra. Sono infatti numerose le situazioni legate alla vicenda di Giuseppe che possono essere connesse alla vita  di Gesù così come è narrata dai Vangeli:

  • Giuseppe è stato rifiutato e venduto dai suoi fratelli; Gesù è stato tradito dai suoi discepoli
  • Giuseppe è stato venduto per venti sicli d’argento a mercanti madianiti; Gesù è stato venduto da Giuda per trenta monete d’argento
  • La tunica insanguinata di Giuseppe rimanda alla tunica del Signore sulla quale venne gettata la sorte
  • Giuseppe è stato calato nella cisterna; Gesù è stato calato nel sepolcro scavato nella roccia.
  • Giuseppe è stato accusato ingiustamente e innocente è stato condannato; ugualmente ingiustamente Cristo vittima innocente fu accusato e processato.
  • Giuseppe è un uomo sapiente, solo lui è in capace di interpretare i sogni del faraone in tutto il regno d’Egitto; Gesù è la Sapienza del Padre
  • Giuseppe accoglie e sfama i suoi fratelli, coloro che lo avevano rinnegato e venduto, salvandoli dalla carestia e accogliendoli nel paese d’Egitto, così farà Gesù con i suoi discepoli, e con ogni uomo, nel dono del suo Corpo e del suo Sangue, Vero Cibo e Vera bevanda di salvezza, preparando loro un posto nella casa del Padre che è nei cieli.

La formella riportata sopra è quella relativa al riconoscimento da parte di Giacobbe della tunica insanguinata di Giuseppe.

Ritratto del Vescovo Massimiano in San Vitale

La Cattedra di avorio