Il consiglio pastorale parrocchiale si è riunito il 19 febbraio. Il titolo della scheda di lavoro fatta avere a tutti i consiglieri 20 giorni prima era assai eloquente: “I giovani tra Sinodo e oratorio”. L’intento è stato quello di aiutare a ragionare e discernere sulla realtà giovanile della nostra parrocchia, inserita nel contesto più ampio della città e della diocesi.

  • Chi sono i giovani di Cristo Re? Quali proposte sono a loro rivolte?
  • Che fisionomia ha il nostro oratorio, soprattutto nella sua ferialità?
  • Cosa è il Sinodo dei giovani e come lo stiamo vivendo?

Il Consiglio è iniziato con a preghiera. Non un atto dovuto o formale… ma la consapevolezza e umiltà di doverci lasciare istruire da Dio, dalla sua Parola, dallo Spirito che ci accompagna.

Si è scelto di iniziare con la preghiera di una giovane ragazza: Maria.

Il Magnificat infatti rispecchia il cuore di questa giovane che ha saputo magnificare Dio per quello che stava compiendo. Il testo è risuonato nel Consiglio Pastorale, ha fatto vibrare i cuori… perché non la superbia ma l’umiltà potesse guidare la rilettura del complesso mondo giovanile e del ruolo dell’oratorio.

C’è stato anche un po’ di silenzio nel quale rileggere personalmente alcune attitudine previe per la riflessione:

  • Non ci accostiamo al tema dei giovani e della fede con occhi tristi e nostalgici: crediamo che Dio è all’opera ed è affascinante
  • Non vogliamo essere giudici impietosi: non sta a noi condannare quanto avere occhi di misericordia come quelli di Dio
  • Non siamo nemmeno dei rassegnati riguardo ai cattivi tempi e alla cultura nefasta: crediamo in Dio che ama anche le giovani generazioni
  • Non accettiamo atteggiamenti che portano a dare le dimissioni, a dire che non siamo capaci: siamo consapevoli del mandato missionario del dover dare la nostra testimonianza
  • Resistiamo alla tentazione dei criteri mondani: la fretta dei risultati, il tirar su i bilanci, il contare le persone… perché sappiamo che Dio con noi ha avuto e ha ancora enorme pazienza
  • Chiediamo a Dio che altri giovani abbiano il cuore di Maria: una ragazza che totalmente si è resa disponibile e ha saputo magnificare Dio per quello che stava facendo in lei e nel mondo
  • Dunque la preghiera e la gioiosa testimonianza di quello che Dio ha fatto per noi sono gli atteggiamenti che tutti ci uniscono nel discernimento su cosa Dio ci sta dicendo con questi nostri amati giovani.

Si tratta di mantenere un atteggiamento umile, di chi non ha ricette e di chi non vuole limitarsi alle nostalgie e lamentele. DA qui la necessità di invocare insieme lo Spirito Santo.

Don Pierluigi ha aiutato la riflessione richiamando sia alcuni tratti della vita e condizione giovanile, sia quanto in oratorio si propone per i giovani 20-30enni, anche in collaborazione con la Zona di città. Si è fatto riferimento alle proposte ricreative, associative, catechistiche. Per poi passare a presentare come si sta svolgendo il Sinodo dei giovani nella nostra diocesi. Un intervento che ha fatto conoscere a tutti la ricchezza del cammino che si sta svolgendo proprio in questi mesi.

Infine su tre questioni si è acceso il confronto.

  1. Il cambio di epoca che stiamo vivendo, come lo viviamo in quanto comunità cristiana? Curiosità? Paura? Interesse? Rassegnazione? …
  2. Questo cambio di epoca porta con sé conseguenze molto concrete e tangibili. Per restare nell’ambito giovanile: abitudini diverse, impegni diversi, relazioni diverse, modalità diverse di incontrarsi e passare il tempo rispetto al passato anche non troppo lontano dal nostro oggi. Quali valutazioni ci sentiamo di fare?
  3. La ferialità dell’oratorio (cioè la sua apertura quotidiana) nella nostra realtà è ancora molto viva ANCHE PERCHE’ ogni giorno c’è l’incontro di catechismo per una o più classi, le attività sportive sono rivolte ad un numero elevato di bambini e ragazzi che si riversano sui campi o in palestra. Ma per ferialità bisognerebbe considerare prima di tutto lo spazio e il tempo dell’oratorio come occasione di incontro gratuito, spensierato, senza alcuna altra finalità se non quella di trascorrere momenti belli di amicizia anche tra più generazioni in un ambiente accogliente, sano, educativo… In quale modo pensiamo di poter curare al meglio tutte queste caratteristiche irrinunciabili? Venendo meno tali caratteristiche, verrebbe a sfaldarsi l’identità di ciò che l’oratorio è e deve essere…
  4. Da ormai due anni si sta parlando in Diocesi del Sinodo dei giovani. Come stiamo seguendo questo evento/occasione di crescita per la nostra Chiesa?

 

Il confronto è stato ricco di spunti, con letture anche diversificate rispetto alla ferialità del passato, con il desiderio di comprendere il bene possibile nell’oggi.

Si è preso atto sia della condizione attuale degli adolescenti che frequentano l’oratorio feriale, sia dei molteplici impegni che spesso impediscono ai giovani 20-30enni di parteciparvi attivamente.

Nella conclusione sono emersi tre elementi:

  • La necessità di adulti gioiosi nella loro fede, adulti che possano far pensare gli adolescenti e i giovani di oggi, in modo da superare il pregiudizio che la fede / l’appartenenza alla Chiesa siano un qualcosa di triste e superato;
  • La necessità di studiare la possibilità di avere un educatore che affianchi il vicario nell’accompagnamento degli adolescenti che stazionano in oratorio;
  • La costituzione di un gruppo di lavoro sulla pastorale giovanile e sul progetto educativo dell’oratorio, riprendendo il cammino già iniziato qualche tempo fa.

Non si è certo esaurito il tema. Si aspettano altri contributi per poter proseguire il discernimento.