Prosegue la benedizione delle famiglie. A rilento. Sono tante le case da visitare.

Uno ad uno suono tutti i campanelli del quartiere. E mi viene da fare la battuta: se il buon Pastore va in ricerca di ogni pecorella, il minimo che io possa fare è quello di suonare tutti i campanelli.

Il più delle volte non so chi sta dietro alla porta: ormai tanti campanelli non riportano più i nomi… e anche quando ci sono… la mia memoria fa cilecca; capita spesso di incontrare volti già familiari oppure di fare nuove conoscenze.

Normalmente l’incontro è cordiale. Di rado trovo un diniego: la persona anziana che non si fida ad aprire; il momento non opportuno; il risentimento verso la Chiesa; il non credere a Dio…

Il tempo è tiranno: ma gli incontri sono sempre intensi. La gioia di una preghiera per i propri familiari. L’aprire il cuore per un dolore da condividere. Qualche fotografia da commentare. Ricordi e speranze che si susseguono.

Talvolta la giustificazione: sono molto credente anche se non mi vede in chiesa; prego tutte le sere ma non sono praticante… C’è un’adesione a valori, un desiderio di fede… che resta nello sfondo, sedimentato nella vita e nelle coscienze anche se poi spesso si è travolti dalle urgenze, un po’ persi nei meandri delle cose da rincorrere (lavoro, salute, impegni familiari, conduzione della casa e burocrazie…) e delle abitudini contratte (stili di vita e mode che portano a spendere immani energie e tempi per l’accudimento dei cani, per estenuanti allenamenti, per riti sociali che un po’ alla volta riempiono ogni interstizio).

Incrocio tanto dolore, sequenze di lutti, di preoccupazioni per le famiglie che si dividono, per la mancanza di lavoro, per il brutto mondo in cui ci troviamo. In alcune case è la speranza che è venuta meno: il futuro è avvolto dal grigio incombere della paura.

Dietro alle porte delle nostre case, però, scopro un mondo decisamente migliore rispetto a quanto giornali e TV ci mostrano di continuo. Da quel dolore traspare l’amore per i propri cari; esempi edificanti di un prendersi cura gli uni degli altri; un condividere pesi, malattie e colpe che fa molto pensare. Nelle nostre case c’è un enorme capitale di amore che spesso diamo per scontato ma sul quale invece è bene fermarsi… C’è una dedizione e premura verso i più vulnerabili che si esplicita in un impegno assiduo, costante, quotidiano, talvolta eroico: i figli verso i genitori anziani, i nonni per i nipotini, il coniuge verso il proprio coniuge malato… In tutto questo talvolta si è soli, e questo pesa. E amareggia.

È vero ci sono tante separazioni, tanti conflitti, uno strisciante individualismo. Talvolta nell’intimità della propria casa trovo chi apre il cuore a raccontare di violenze e ingiustizie subite, di frustrazioni prolungate. Ma le nostre case sono anche ricche di persone che si dedicano agli altri, che sanno amare in modo pieno, che osano perdonare e farsi carico gli uni degli altri.

Ci sono condomini in cui tutti si vogliono bene e altri in cui non ci si conosce.

Talvolta la differenza la inizia una persona che osa l’incontro, il saluto, la cordialità delle relazioni. E le diffidenze si sciolgono, le solidarietà si moltiplicano. Gli anziani si fanno compagnia; la mattina si suonano il campanello per chiedersi come è andata la notte; pensionati che diventano nonni adottivi che tengono il bambino dei vicini intanto che i genitori sono al lavoro; famiglie che si sostengono nelle prove e condividono le gioie. Persone che osano la responsabilità di aiutarsi, e dunque la possibilità di alleggerire solitudini, preoccupazioni e dolori. E in cambio si ritrovano a vivere esperienze di vicinanza che oltrepassano i pregiudizi e le paure. E il futuro per tutti diventa un po’ più chiaro.

È possibile. L’ho visto.

E mi sono accorto che il Signore mi precede. Che in quei cuori lui lavora da tempo. E tutto diventa più bello. E anche la benedizione della famiglia diventa la gioia del celebrare le meraviglie di Dio:

Signore, custodisci e proteggi questa casa: coloro che vi entrano possano gioire per l’accoglienza e la cordialità; coloro che vi escono possano testimoniare quanto sperimentato in famiglia. Per Cristo nostro Signore.         Amen

 

Padre benedici questa famiglia e porta salute e pace.

Per mezzo dello Spirito Santo

donaci di vincere gli affanni di una vita vuota ed egoista,

per sperimentare la gioia del tuo Amore

tra di noi e coi nostri vicini di casa.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. – Amen