Diffuso alla diocesi nel Mercoledì delle Ceneri presentando l’iniziativa caritativa di quest’anno
Nel discorso della montagna, Gesù ci dice: «Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33), perché vuole liberarci dall’affanno del cuore, spesso schiavo delle cose, e coinvolgerci nella logica della Divina Provvidenza. Chi crede davvero nella Provvidenza non si disimpegna, non cade nello spiritualismo, davanti alle sfide della povertà e dell’ingiustizia non se ne lava le mani, ma – confidando in Dio e seguendo Gesù – si fa provvidenza per gli altri. I cristiani di Lombardia ne danno concreta testimonianza, da sempre e in tantissimi modi.

 

Il Papa, nella Evangelii Gaudium spiega che “la proposta del Vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio. E neppure la nostra risposta di amore dovrebbe intendersi come una mera somma di piccoli gesti personali nei confronti di qualche individuo bisognoso… si tratta di amare Dio che regna nel mondo. Nella misura in cui Egli riuscirà a regnare tra di noi, la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti. Dunque, tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali” (180).

La Quaresima ci chiama ad accogliere più profondamente l’annuncio del Regno e l’invito alla conversione del cuore e della vita. Traendone anche conseguenze sociali, perché ci sia pane e speranza per tutti, nel piccolo villaggio globale che oggi abitiamo. I Vangeli che ci conducono alla Pasqua rivelano la vita nuova di chi si è consegnato a Cristo, unico redentore dell’uomo e del cosmo: la Samaritana ritrova dignità e fede, il cieco recupera la vista, Lazzaro risorge dalla morte!

A noi è possibile declinare questa radicale energia di cambiamento nei rapporti umani, nella vita sociale, economica, politica. È compito di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, dei laici credenti e testimoni, delle famiglie e delle comunità, direi anche delle aziende, delle istituzioni e delle associazioni.

Nel mese di marzo, 2.000 giovani economisti di tutto il mondo si incontreranno ad Assisi, anche con il Papa, per disegnare una economia secondo lo stile di Francesco, solidale e sostenibile. Tra essi, alcuni giovani cremonesi saranno protagonisti.

Siamo tutti d’accordo nel riconoscere che l’urgenza prioritaria è quella del lavoro. Papa Francesco, in EG 192, scrive che “nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”. Ma innanzitutto occorre che il lavoro ci sia, per tutti, nelle diverse stagioni della vita. Facendo attenzione a non acuire l’emarginazione dei più deboli e svantaggiati. Diceva il Papa ai lavoratori di Genova nel 2017: “Chi perde il lavoro e non riesce a trovare un altro buon lavoro, sente che perde la dignità, come perde la dignità chi è costretto per necessità ad accettare lavori cattivi e sbagliati”.

Da tempo la Chiesa Cremonese è attenta a questa dimensione della carità, perché non ci si limiti all’assistenza e alla beneficenza, ma si attivino percorsi di promozione effettiva delle persone, anche attraverso l’attività della cooperativa Carità e lavoro. Ora abbiamo pensato di dare lo stesso nome ad un Fondo, che la nostra diocesi costituisce a partire da questa Quaresima, con lo scopo di sostenere l’inserimento o reinserimento lavorativo di persone fragili, in stato di disoccupazione, ad esempio giovani under 25 con titolo di studio non superiore alla licenza media, adulti over 50, donne con figli a carico. La Caritas Cremonese specificherà le modalità di gestione del Fondo, in sinergia con agenzie del territorio accreditate ai servizi al lavoro. Sin da ora faccio appello alle tante aziende sensibili, perché siano disponibili a provare l’inserimento (anche per tirocinio, formazione, ecc.) di nuovi lavoratori, con le facilitazioni e le tutele previste dal progetto.

Il Fondo sarà costituito a partire dalla raccolta di offerte nelle parrocchie in occasione della Quaresima di carità 2020, e potrà essere incrementato dalle donazioni dei fedeli e dei cittadini e dalle aziende stesse.

Il Signore Gesù ha dato la sua vita per introdurre nel mondo lo Spirito d’amore, la carità che dilata il nostro senso di giustizia. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia» (Mt 5,6), e che operano, ossia lavorano per essa, seminando così pace nel mondo, teatro del regno di Dio in divenire. La Quaresima ci convertirà veramente al Vangelo del Regno, se ci rimboccheremo le maniche da buoni operai della vigna del Signore, chiamando altri a lavorare nel campo. È il nostro lavoro… per il lavoro di tutti. Così, il bene ricevuto non si inceppa e ammuffisce, ma diventa bene donato, condiviso, con fiducia e gratuità.

Accogliendo insieme, come Chiesa e società, questo invito, potremo celebrare la Pasqua di risurrezione con una gioia tangibile, quella di aver permesso a qualche famiglia di festeggiarla con ritrovata dignità e fiducia nella vita. La vittoria della vita sulla morte, mistero di gloria che ci fa guardare con speranza verso l’eterno, purifichi e cambi il nostro sguardo anche sui problemi di quaggiù.

La preghiera ci tocchi nel profondo, là dove i sentimenti di Cristo possono e vogliono diventare i nostri.

 

Cari fratelli e sorelle, questo è quanto avevo scritto prima del diffondersi del virus che ora tiene in ansia e in casa molti di noi. Gesù ha fatto anche Lui la sua «quarantena», di lotta con il male, e ha vinto nutrendosi della Parola del Padre. Anche noi, privati momentaneamente della celebrazione eucaristica che ci fa Chiesa, siamo chiamati a vivere questo deserto come occasione di recupero del silenzio interiore. Della fame del Vangelo. Dell’intimità familiare. Di ciò che è essenziale nella vita. Scopriremo che la nostra fragilità è custodita dall’amore di Dio, pronto a riaprirci le vie della vitalità e della gioia.

Per condividere questo tempo, in cui penso a tanti bambini e anziani che restano in casa più a lungo, busserò discretamente attraverso i media per una sosta di riflessione e preghiera. Spero che vi risulti gradita.

La benedizione di Dio accompagni tutti, specie chi è più impegnato per farci superare questa prova e per alleviare le sofferenze degli altri.

Antonio Napolioni
Vescovo di Cremona