La guerra in Ucraina continua. Le immagini più atroci entrano nelle nostre case, nelle nostre coscienze. La guerra porta alla follia dell’uccidere e nelle modalità più brutali: civili torturati e giustiziati, città assediate, bambini uccisi, donne stuprate, e poi fosse comuni, cadaveri senza sepoltura… l?inimmaginabile prende forma, il Caino che uccide il fratello senza pietà si rinnova con modalità inquietanti. Sono esseri umani quelli che la guerra trasforma in spietati assassini di inermi cittadini che sono visti come nemici, persone conniventi con l’altro esercito e dunque da ammazzare, anche se vecchi, anche se innocenti bambini. L’altro è nemico, comunque, anche se disarmato, anche se malato oncologico, anche se inerme cittadino. Rimane l’oggetto di pressione per spezzare il morale dell’avversario, rimane l’oggetto su cui versare la propria rabbia e su cui vendicare l’orrore che l’esercito nemico infligge al proprio battaglione. non c’è più distinzione tra esercito e civili. Nelle guerre moderne sono più i civili che i militari a morire sotto le bombe. Tutte le guerre lo dimostrano. I massacri dei civili sono l’arma più potente per fiaccare il nemico. E per questo rimane l’opzione della guerra chimica e atomiche. Perché di fronte ad essa non rimane che o rispondere con le armi chimiche e atomiche… o cedere! O diventare Caino e rinnegare la nostra umanità… o tener salda la nostra umanità.

Qui si colloca la preghiera. Non vogliamo diventare anche noi nuovi Caino. Chiediamo a Dio di aiutarci a preservare la nostra umanità, secondo l’insegnamento di Cristo. Preghiamo incessantemente. Non limitiamoci all’indignazione emotiva. Non cediamo al pensare che le armi siano l’unico strumento. Qui non entro nella diatriba sul fornire le armi all’Ucraina e sul combattere gli aggressori con le armi: già quando i cecchini uccidevano i bambini a Sarajevo mi domandavo cosa io avrei fatto se mi fossi trovato a piangere un fratellino ammazzato, o una sorella stuprata. Per questo abbiamo bisogno di una preghiera non per evadere dalla realtà ma per assumerla e farci testimoni di una umanità da riscoprire adesso e non solo quando sarà finita la guerra. Se ancora ne avremo tempo.

Abbiamo bisogno di una preghiera che si fa compromissione con gli oppressi e non oppio dei popoli. Preghiera che ci rende testimoni del Crocifisso e non spettatori distratti. Preghiera che ci fa ricercatori di verità e non prede di fake news e di facili estremizzazioni e semplificazioni. Preghiera che ci fa accoglienti e capaci di scelte e di sacrifici.

Come comunità cristiana partecipiamo e sollecitiamo a contribuire a tutte le azioni umanitarie nei confronti delle popolazioni ucraine. Abbiamo ospiti 5 persone in due appartamenti ma abbiamo disponibili altri posti se ce ne fosse bisogno. Si tratta di appartamenti messi a disposizione da persone generose che non stanno a guardare ma si lasciano coinvolgere attivamente nell’accogliere i profughi. Per ora sono a nostro carico nelle spese per il loro mantenimento e ospitalità: e qualora arrivino i contributi governativi, in accordo con la Caritas troveremo la forma più trasparente e più dignitosa per l’accoglienza dei profughi ucraini.

Abbiamo messo in piedi un piccolo corso di italiano. Per ora a parteciparvi sono in sette persone. Domenica li abbiamo invitati a pranzo. Alle 12.30 chi vuole può fermarsi in oratorio, seguendo le normative vigenti. L’offerta per il pranzo sarà per i profughi dell’Ucraina.

Per ora abbiamo fatto un versamento di 3000 euro alla Caritas Cremonese da girare per i campi profughi. Altre risorse le abbiamo già ricevute per mantenere qui i profughi. Grazie a tutti per la generosità.

Chi vuole portare generi alimentari e per l’igiene personale lo può fare nel cesto in fondo alla Chiesa.

Chi vuole mandare generi alimentari nei campi profughi può rivolgersi alla Fondazione Moreni, presso la Cascina Moreni.

Qui anche il link per sostenere l’opera della Caritas cremonese con quello che si sta facendo.