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Nell’incontro di sabato a Crotta d’Adda è stata distribuita un’immaginetta  che ritrae due ragazzi con il braccio al collo. L’immaginetta è ora disponibile in Chiesa a Cristo Re.

L’immagine è di Rosetta Merli, incisione sul legno e ritrae il cammino di due ragazzi. Si sorreggono. E si abbracciano. Potrebbe essere il segno del cammino della Chiesa e di questa nostra umanità, con le loro fatiche e anche con il desiderio di procedere insieme. Ma anche che sono perennemente giovani, adolescenti, bisognose della guida di Dio che ci è Padre. La Chiesa sempre vive dell’ascolto di Dio e per il mondo vorrebbe essere il segno che occorre insieme camminare sulla strada che Dio ci indica. 

L’immagine allude anche all’incontro tra popoli diversi, chiamati a percorrere una medesima direzione pur recando i segni delle differenze che permangono: esse indicano identità e storie da conoscere e valorizzare.

Nell’immaginetta sono riportati questi testi.

In questo “andate” di Gesù, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa, e tutti siamo chiamati a questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo.

La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria… Questa gioia è un segno che il Vangelo è stato annunciato e sta dando frutto. Ma ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Il Signore dice: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,38). Quando la semente è stata seminata in un luogo, non si trattiene più là per spiegare meglio o per fare segni ulteriori, bensì lo Spirito lo conduce a partire verso altri villaggi.

La Parola ha in sé una potenzialità che non possiamo prevedere. Il Vangelo parla di un seme che, una volta seminato, cresce da sé anche quando l’agricoltore dorme…

Francesco, Evangelii gaudium 20-23

La Parola viva di Dio è Gesù, il Verbo incarnato, morto e risorto. Ma ci dobbiamo onestamente chiedere come e quanto la nostra Chiesa comunica l’evento della salvezza con parole autentiche e gesti efficaci, davvero fedeli a Dio e all’uomo. Con vite che diventano parabole, e parole che hanno l’autorevolezza della vita vissuta.

Non ci accorgiamo che spesso le nostre sono invece parole scontate, spente, o smentite dalla vita?

+ Antonio, Vescovo