Sta scomodo. Si muove. Mi cerca. Si offre… insomma, cosa ci fa quel Bambino sull’altare, proprio sul nuovo altare della cattedrale di Cremona?
Ci interpella, nella sua piccolezza e nudità, fragile e bellissimo. Ci chiama a fare Natale, per davvero. Dipende, però, da chi ce l’ha messo sull’altare, e perché.
Se ce lo mettono gli uomini, può essere solo una bella scenografia, essenziale ed eloquente. Può essere un gesto di devozione, come quando si appoggiavano sull’altare della Madonna i bimbi appena battezzati, per affidarli alla Sua protezione. Potrebbe essere un umile invito alla preghiera.
Purtroppo, può anche essere un segno oscuro e drammatico, se evoca tante inermi piccole vite sacrificate a causa della guerra e della fame, il rifiuto delle nuove nascite nelle società sazie e disperate, la colpa orrenda di chi vìola l’innocenza dell’infanzia, la follia di un mondo che vuole invecchiare senza dare speranza alle giovani generazioni…
Ma se quel Bimbo sull’altare ce l’ha messo Dio, tutto cambia!
Quel Bimbo è Suo Figlio, l’Eterno Amato dal Padre, venuto uomo tra gli uomini per addomesticarli al Cielo, che nel Natale si squarcia per donare al mondo il suo unico vero Salvatore.
Quel Bimbo è mio fratello, sei tu, sono anche io, speciale riflesso del progetto da cui sgorga ogni frammento di vita. Quel Bimbo svela la dignità di ogni persona umana, vero criterio di giudizio delle scelte e delle azioni, delle politiche e delle religioni.
Quel Bimbo sta sull’altare, cosmo in miniatura, aperto ai quattro punti cardinali, come Dono purissimo e meraviglioso della misericordia del Padre, ogni giorno, non solo a Natale! Quel Bimbo parla, piange e sorride, abbraccia e chiede tenerezza, scatena i cuori e sprigiona la grande gioia che tutti desideriamo e per cui esistiamo. Quel Bimbo è qui anche per te, non lasciarlo aspettare!
Sta sull’altare, memoriale della croce, come buon pane che da Betlemme diffonde il suo appetitoso profumo nelle case dei credenti e di tutti i cercatori di Dio. E’ Lui che ce lo offre, nutrimento quotidiano per il popolo in cammino, perché non si scoraggi e non si divida. Perché anche chi si sente oppresso dal male si rialzi, afferri quella piccola mano e, perdonato, viva!
Quel Bimbo sull’altare, ogni domenica, attende di essere rivestito dagli occhi e dalle storie di tante famiglie, uomini e donne che si riconoscono famiglia di Dio, felici di fare eucaristia insieme, per riprendere con forza e fiducia il compito di essere umani.
Se è bello il nostro altare, quanto è più bello Colui che lì viene sempre, per opera del suo Spirito, a farsi presente nel sacramento del corpo: il corpo di chi è mangiato e di chi mangia, il corpo della Chiesa, che è il corpo di Gesù. Senza temere che, in questo tempo strano, la Chiesa, quella universale e quella di Cremona, ogni parrocchia… si scopra più come una piccola curiosa bambina che non una vecchia e stanca signora.
Questo il mio augurio di Natale alle comunità ed anche a chi se ne sentisse escluso: alla mensa della vita, sull’altare di ogni dolore, si incrocino i nostri sguardi e, riconoscendo il Bambino, le mani si uniscano per abbracciarlo, la pace rifiorisca tra noi.
+ Antonio, vescovo