La Parola di Dio definisce la Carità “ più grande della Fede e della Speranza” e una bella caratteristica della Carità è la sua essenza bidirezionale. In altre parole quando sussiste una relazione d’amore, i soggetti che si amano danno e ricevono contemporaneamente.
Saper “dare” non giova se non c’è chi sa “ricevere” e nell’offerta di se stessi si scopre di essere “creati nuovamente” dai destinatari del dono che si è fatto. Questa fondamentale bidirezionalità per cui ogni essere umano diventa importante perché creatore dell’altro con cui interagisce è ben visualizzata e sperimentata in una partita di Baskin.
Il Baskin infatti nasce come un’attività sportiva in cui a tutti viene data la possibilità di esprimere il proprio essere e per fare ciò vive di continui scambi bidirezionali del tipo cui si accennava sopra. In una squadra di Baskin giocano giocatori che non possono correre, ma addirittura neanche camminare, che però possono comunque lanciare a canestro con la forza anche minima di cui dispongono una palla di peso e dimensioni consone, insieme ad altri che non solo corrono ma, saltando, schiacciano nel canestro.
Ma gli uni hanno bisogno degli altri. Il movimento e la coordinazione di alcuni, resa disponibile, diventa possibilità di canestro per gli altri e la squadra può così avanzare verso la vittoria.
Allenandosi e giocando assieme altri obiettivi possono essere perseguiti : per esempio imparare la pazienza da coloro che devono faticare duramente per realizzare ogni minima azione accettando le continue frustrazioni che i propri deficit comportano.
Oppure imparare la delicatezza che diventa imprescindibile quando si pone come prioritario il rispetto dell’altro.
Non si capisce più chi è primo e chi è ultimo, su un campo di Baskin si persegue e si costruisce integrazione, che è poi la bidirezionalità di cui si diceva che non permette di distinguere tra chi dà e chi riceve.
Un Regolamento, che ha come obiettivo l’espressione di tutti gli attori della vita umana, lo permette.