Nella cornice della Prima Giornata Mondiale dei Poveri, nella piazzetta di Cristo Re è stata lanciata un’altra iniziativa che vede interessati tutti, proprio perché non rassegnati di fronte alle tante povertà. Alcune persone lasciate ai margine dell’attività produttiva hanno trovato impiego in un progetto di Agricoltura Sociale della Cooperativa Nazareth. Si tratta di persone con lievi disabilità, oppure neomaggiorenni migranti e ancora (nel segmento della trasformazione agroalimentare) di alcuni detenuti della Casa Circondariale di Cremona.
I loro prodotti verranno venduti grazie alla comunità Villa Cristo Re di Viale Po 65, dove a partire da mercoledì 22 novembre dalle ore 8.30 alle ore 12.30, verrà allestito il mercatino con i loro prodotti.
Il papa nel messaggio per questa prima giornata mondiale dei poveri afferma: “Conosciamo la grande difficoltà che emerge nel mondo contemporaneo di poter identificare in maniera chiara la povertà. Eppure, essa ci interpella ogni giorno con i suoi mille volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte e dalle schiavitù, dall’esilio e dalla miseria, dalla migrazione forzata. La povertà ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro. Quale elenco impietoso e mai completo si è costretti a comporre dinanzi alla povertà frutto dell’ingiustizia sociale, della miseria morale, dell’avidità di pochi e dell’indifferenza generalizzata!”.
I poveri non sono solo quelli lontani, nei paesi africani o dove ci sono le guerre. Spesso sono tra noi. Sono i disoccupati, gli sfruttati, coloro che non sanno essere produttivi come gli altri e pertanto lasciati ai margini. Sostenere questo mercatino significa valorizzare il lavoro di alcune persone che nonostante le loro condizioni marginali si sono reinserite nella dignità del lavoro e di relazioni risanate e risananti. Risananti anche per noi, se ci stiamo ad incontrarle.
Sappiamo bene che non si tratta di accontentarci di iniziative estemporanee, ma di promuovere un vero stile di vita, sulla scia di Gesù, che come il buon Samaritano sa fermarsi, soccorrere, promuovere la ripresa di chi è prostrato e ferito e si trova proprio sulla nostra strada. Senza discriminare i poveri, senza metterli in competizione… come se qualcuno meritasse e altri no. Dice ancora papa Francesco: “Non pensiamo ai poveri solo come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana, o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza. Queste esperienze, pur valide e utili a sensibilizzare alle necessità di tanti fratelli e alle ingiustizie che spesso ne sono causa, dovrebbero introdurre ad un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita”.