Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. (…) Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”. [EG 53]
Oggi vi invito a leggere alcuni articoli relativi a fatti veri di “cronaca” dal mondo così detto “civile e avanzato”
Ecco quindi:
- Rifiutata dalla Nuova Zelanda perché ha la Sindrome di Down da Il Corriere della Sera dove si apprende che ancora una volta il permesso di soggiorno è stato concesso a genitori e figli (sani e assai competenti e quindi utili e meritevoli di accedere al paradiso neozelandese) ma non alla figlia affetta da sindrome di Down in quanto costo eccessivo a scapito degli altri bambini neozelandesi. Alcune domanda mi sorgono spontanee: ma se il numero di insegnati di sostegno in Nuova Zelanda è fisso
sono fissi anche il numero di bambini che possono essere aiutati ogni anno ?
e quelli in più ? non vanno a scuola ? non devono nascere ?
- Quando le persone diventano un costo editoriale da superando.it
- Cremona è guerra contro i disabili da Avvenire (perché anche nella nostra città di provincia non ci facciamo purtroppo mancare nulla)
Dedicato a tutti noi ecco una filastrocca di Gianni Rodari perchè c’è ancora tanto da fare e lavoro per tutti, anche per Bumikka :
Storia Universale
In principio la Terra era tutta sbagliata,
renderla più abitabile fu una bella faticata.
Per passare i fiumi non c’erano ponti.
Non c’erano sentieri per salire sui monti.
Ti volevi sedere?
Neanche l’ombra di un panchetto.
Cascavi dal sonno?
Non esisteva il letto.
Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.
Per fare una partita non c’erano palloni:
mancava la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni.
Anzi a guardare bene mancava anche la pasta.
Non c’era nulla di niente.
Zero via zero, e basta.
C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare
e agli errori più grossi si poté rimediare.
Da correggere, però, ne restano ancora tanti:
rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti.
Gianni Rodari
Monica