Ormai da qualche anno, finito il Grest, approfittiamo delle vacanze per ristrutturare alcuni ambienti parrocchiali. Lo scorso anno avevamo sistemato il campetto tra la palestra e il sintetico. Quest’anno abbiamo messo mano all’impianto di illuminazione della Chiesa e al saloncino sotto chiesa, e alla sede della San Vincenzo, come abbiamo annunciato sul giornalino parrocchiale La Corona.
I corpi illuminanti del presbiterio sono ormai datati e fuori produzione. Da qui la necessità di sostituirli con faretti a led. E nel contempo si sostituiscono anche alcuni neon posti lungo la navata e nelle cappelle laterali.
Più oneroso è l’intervento nel saloncino sotto-chiesa e nella sede della San Vincenzo. Come per altre porzioni degli ambienti attigui si alza un poco il pavimento per proteggerci dalle alluvioni che nel passato hanno ammalorato i muri e gli arredi. Si è provveduto a scrostare i muri e a rifare l’intonaco per circa un metro e mezzo; viene rifatto l’impianto di illuminazione e di riscaldamento per renderli più funzionali.
Anzitutto grazie a coloro che ci stanno aiutando con le loro offerte. Un grazie speciale all’architetto Roberto Guereschi. Un grazie a tutti coloro che vorranno contribuire a migliorare questa porzione dell’oratorio.
E tuttavia il cantiere della parrocchia è aperto su ben altri fronti che mai vanno in vacanza: quello della preghiera, quello della carità, quello della testimonianza.
Finito il grest don Pierluigi è andato con un gruppo di adolescenti a fare un campo tra esperienze di amicizia, arricchimenti spirituali e culturali e la bellezza del mare. Un itinerario che porta a scoprire don Bosco, il Sermig, la Sindone e tanto altro…
Poi toccherà ai più piccoli e al campo in Valle Aurina e subito dopo ai vari campi Scout.
E in parrocchia si procede nell’ordinario: i poveri sono sempre con noi. Oggi è arrivata un’anziana… “scappata” di casa e dalla vigilanza della badante e che abbiamo riaccompagnato; poi chi ha bisogno di un pacco alimentare, chi di essere ascoltato nel proprio dolore, chi di un confronto sulle grandi domande della vita. E infatti malattie, lutti, solitudini e inquietudini non vanno in vacanza ma restano a intessere le giornate di tane persone e famiglie. Per questo il cantiere parrocchia ha bisogno di fondamenta solide, che sono l’eucarestia, la parola del Signore, la preghiera. La carità e la povertà ci chiedono di tornare al Signore e attingere a lui che è fonte d’acqua viva. Altrimenti l’arsura ci destabilizza e il sole cocente ci tramortisce. Sia il Signore (pensato e desiderato, pregato e cantato, ovunque ci si trovi) ad alimentare la nostra carità nelle direzioni e nelle modalità più diverse. Nelle strade in cui ci troviamo in questa nostra torrida estate.
don Enrico