Improvvisamente una telefonata dalla Nunziatura mi invitato ad andare a Roma, tenendo riservata la richiesta. Ho tardato qualche giorno. Poi sono andato. Ma nel frattempo ho perso il sonno, e ho invocato la misericordia di Dio.
Sono stato a S. Maria Maggiore, a me tanto cara (la si festeggia il 5 agosto, il giorno del mio compleanno) per la confessione, la messa e l’adorazione e poi sono andato in Nunziatura.
Sono stato nominato Vescovo di Trieste e mi affido alle vostre preghiere.
Sto passando giorni impegnativi: sentimenti contradditori si intrecciano, timori e speranze, pensieri luminosi e altri cupi, paure e affidamento a Dio. Adrenalina per le persone nuove che conoscerò, sofferenza per voi che vi lascio. Avevo ancora tante cose belle da vivere e imparare con voi.
Mi ha accompagnato la preghiera di Charles de Foucauld:
Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l’anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.
Se sempre ho messo in conto che il mio diventare prete comportava una disponibilità a dare tutto, ora arriva in un momento che mi causa apprensione. Un po’ perché non ho trent’anni come quando avrei dovuto partire per l’Albania e precisamente ad insegnare al seminario di Scutari (e per due volte all’ultimo minuto sono stato trattenuto). E poi per avere una mamma anziana con evidenti segni di affaticamento (il Vescovo Antonio, con la sua amabilità, mi ha detto: così ogni tanto tornerai e ti rivedremo anche noi).
E poi voi. Il distacco da Cristo Re. E anche qui mi viene da commuovermi. I progetti interrotti: la ripresa della benedizione delle famiglie, la prima Messa di don Jacopo… Tutto affidato al Signore. Nella fede restiamo uniti, anche se 470 Km ci divideranno.
Ho tanta gratitudine per questi anni passati insieme. Ho solo cominciato a rielaborare quanto qui ho imparato, quanto qui mi avete insegnato, quanto qui ci siamo voluti bene, quanto qui abbiamo insieme sofferto nell’impazienza di veder crescere il seme gettato su ogni tipo di terreno.
Per me Cristo Re è innanzitutto una famiglia di famiglie con tanti volti, tante storie, tante famiglie. E se la memoria costituisce la nostra identità, vi assicuro che sempre vi porterò con me, resterete parte di me.
La mia partenza non è immediata e ci sarà tempo per chiedere scusa per le mie inadempienze e di ringraziare ancora, tutti e uno per uno. A cominciare dai più fragili, gli ammalati e coloro che faticano a trovare un po’ di luce.
Comincio ora a dire grazie a don Pierluigi che in questi giorni avrà notato mie stranezze e reticenze e sempre è rimasto rispettoso e cordiale nei suoi tratti, come ben conoscete.
A Trieste vi è un Tempio Nazionale dedicato a Maria Madre e Regina: qui si venera la Madonna di Fatima, e vi è una statua perfettamente uguale a quella di Fatima. È un altro legame con la nostra Chiesa di Cristo Re che possiede una bella statua della Madonna di Fatima. Vi aspetto a fare un pellegrinaggio.
Pregate per me, pregate per don Jacopo e per i giovani che presto saranno ordinati sacerdoti.
Invoco su tutti, nessuno escluso, la Benedizione del Signore
don Enrico