Per precauzione sanitaria siamo costretti a non celebrare la Messa con il popolo di Dio.
Per la prima volta anche la nostra parrocchia avrà una domenica strana: oratorio chiuso, Chiesa vuota la gente invitata a stare in casa, o per lo meno a non formare assembramenti…
La Chiesa vuota… per tutta la domenica.
Le disposizione sono chiare, perentorie come si può leggere dal sito della diocesi
Tuttavia , a porte chiese celebreremo la Messa in Chiesa… la celebreremo portandovi tutti con noi, sentendovi vicini, ciascuno nella propria casa, nella propria famiglia. Sconfiggiamo la paura e la malattia attivando una corale preghiera in cui alimentiamo la comunione con il Signore e tra noi.
Speriamo che presto le prescrizioni cambino, che presto tutti risulti sotto controllo.
Siamo in una forzata quarantena, ma speriamo sia breve. Quel che è certo è che la Quaresima è alle porte. La stiamo iniziando prima del previsto, in modalità da noi non scelte, con sacrifici che mai avremmo pensato.
A volte anche le situazioni estreme consentono esperienze di comunione di evangelizzazione che solo lo Spirito rende possibili.
Un nostro malato mi raccontava questo episodio, avvenuto non molto tempo fa.
In ospedale, a Cremona, in uno di quei reparti dove si hanno patologie gravi, in piena notte un altro paziente si mette a piangere a dirotto, tanto da svegliarlo. Ma non sa cosa fare, cosa dire… e allora si mette a pregare per lui. La mattina, in un momento tranquillo gli si avvicina e gli parla: “Stanotte ti ho sentito piangere. Ma non sapevo cosa dirti, e allora ho pregato per te”. Quello si commuove, gli prende le mani… e lo ringrazia. E poi gli apre il cuore.
Il nostro parrocchiano mi dice che quando si è malati… si è portati a pensare alla propria patologia, ci si rinchiude sui propri problemi e non è facile aprirsi e condividere il proprio animo. E invece quel malato di fronte alla preghiera fatta per lui racconta: “Sai non è per la malattia che piangevo. Ma per tutto quello che ci sta attorno… Mia moglie non regge la situazione e vuole lasciarmi. I miei figli sono arrabbiati con lei…”.
Dopo quel momento di condivisione vera e sofferta passa il ministro straordinario dell’eucarestia e il nostro parrocchiano fa la comunione. Ecco che l’altro malato si interessa. Fa chiamare il cappellano. Si confessa. Fa la comunione. E poi si mette al telefono… parla con la moglie, parla con i figli. cerca di ricucire la sua famiglia. Ci prova.
A me piace pensare che ci prova, fortificato dalla grazia del Signore. Ci prova. L’esito non lo so, non lo saprò mai… Ma l’amore è questo: non arrendersi neanche di fronte alle prove più grandi!
Mi piace pensare che lo Spirito Santo è all’opera anche dentro le nostre storie di persone malate, piene di paura, con i nostri conflitti, con i nostri fallimenti. Mi piace pensare che arriva a dare forza e vigore attraverso la preghiera di chi ci sta accanto, di chi ci dà l’esempio. Mi piace pensare che lo Spirito Santo arriva anche attraverso le nostre preghiere che faremo nelle nostre case.
Qualcuno si troverà solo: venire a Messa era anche l’occasione per incontrare persone, vivere un momento di compagnia… E invece si ritroverà ancora più solo. Altri avranno la fortuna di godersi la propria famiglia con distensione, con una inedita possibilità di condivisione e comunione. Non tutti vivremo allo stesso modo questa domenica.
Mentre celebreremo la Messa nella Chiesa vuota… penseremo a tutti voi, e per un momento ci distrarremo dalle letture e penseremo ai vostri volti. Immagineremo di vedervi al vostro solito posto: chi di fianco sulla destra, chi a metà chiesa, chi infondo sull’ultima panca… Anzi non ci immagineremo di vedervi… vi porteremo dentro la Messa, in una comunione ancora più sentita, ancora più vera, perché nel Signore.
Nel Vangelo Gesù ci dice che dobbiamo imparare dal Padre che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Da lui dobbiamo imparare un amore che sa estendersi, dilatarsi, crescere dentro tutte le esperienze della vita, dentro il succedersi delle stagioni. Guardiamo al Signore Gesù, Lui che è radioso. Lui che è il sole che sorge su tutti noi. Lui che ci insegna ad amare. Comunque. Ovunque.
Auguro a tutti che questa sia una domenica speciale, vissuta in comunione con il Signore e tra tutti noi, con un particolare ricordo per gli ammalati.
don Enrico