Nel 1958 frequentavo l’Oratorio “Pei nostri fanciulli” di S. Pietro, in quanto ancora non esisteva la Parrocchia di Cristo Re al Villaggio Po. Si giocava a calcio nel campetto in terra battuta, don Franco Tantardini, don Guido, mons. Bianchi, la catechesi, le gite a Caravaggio, i “bollettoni” di S. Luigi per le comunioni e niente altro, solo ricordi sbiaditi dal tempo.
I primi calci a un pallone
Il 14 settembre 1958 fu posata la prima pietra della chiesa di Cristo Re e nel 1959 si inaugurò la Chiesa e si aprì l’oratorio che sostituì la Scuola Materna Agazzi, nel cui salone veniva celebrata la S. Messa e si giocava a campo adiacente; le porte erano due piante, c’era un pallone solo e don Rinaldo Boni giocava spesso con noi maschi.
Da S. Pietro a Cristo Re, trasferimento vicino a casa mia e da quel momento iniziai a frequentare l’Oratorio. All’Oratorio si giocava a calcio nel campo grande, non c’erano le porte di legno, le linee del campo non erano segnate, il terreno sconnesso. Le sfide con le squadre di calcio di S. Pietro, Silvio Pellico, S. Imerio erano frequenti: vittorie, sconfitte, discussioni animate, ma sempre all’insegna del sano agonismo.
U.S. Corona fu fondata ufficialmente nel lontano 1960 da Danilo Nicolai e don Rinaldo scelse il nome di ‘Corona’ come la corona di Cristo.
All’Oratorio si giocava a calcio, ma ognuno aveva maglie diverse e quando iniziarono le partite ‘vere’ bisognava avere le maglie dello stesso colore.
Come fare, che colori scegliere?
I colori? I colori li scelsi io, perché comperai 12 maglie giallo-rosse dal negozio di articoli sportivi di Coelli, portando via i soldi dalla mia cassettina dei risparmi (quante ne presi da mio padre quando si accorse che i soldi erano ‘calati’ paurosamente e la cassettina pesava di meno).
Don Enrico Prandini fu il primo ‘vero’ vicario, dopo una brevissima parentesi di don Luigi Gerevini e il primo
presidente dell’U.S. Corona fu Clemente Bianchini.
Arrivarono le porte quadrate in legno, il campo fu ‘messo a posto’, si levarono i sassi, le linee del campo furono tirate con la calce (a mani nude) e si iniziò a giocare sul serio.
Chi non andava alle funzioni della domenica non poteva giocare: erano le regole drastiche fissate da don Rinaldo, ma a volte l’allenatore Sergio Maranesi chiedeva intercessioni, chiaramente negate. Una volta ricordo che, pur non essendo andato alle funzioni quella domenica, giocai ugualmente una partita importante; che solenne lavata di capo prese Maranesi quella volta! Nel 1961 nacque la prima squadra di calcio dell’U.S. Corona, che partecipò ad un quadrangolare (Corona, Albertoni, Juvi e Silvio Pellico) a 7 giocatori. I giocatori di quel tempo? Oltre a me ricordo Paolo Michelotti, Luigi Codazzi, Fabrizio Bonali, Giansandro Cozzoli, Angelo Grazioli, Aldo Manfredi e in porta Gianni Molinari, allenatore il signor Bianchini.
Da quell’anno l’U.S. Corona partecipò sempre ai campionati di calcio del C.S.I con la ‘mitica’ squadra giallo-rossa: Cosimo Rubino in porta, io difensore destro, Michelotti difensore sinistro, stopper il burbero Binaschi, Prarolo centrocampista assieme a Beppe Gilli, Grazioli mediano di spinta, attaccanti Palazzo, Bonali, Ghisalberti e Manfredi.Fu un bellissimo campionato per noi, tanti spettatori ai bordi del campo, ma non andammo in finale.
Con il passare degli anni cambiarono gli allenatori, da Bianchini a Granata, a Sergio Maranesi ed entrarono nuovi giocatori: Maurizio Villa, Antonio Romani e tanti altri. Ricordo una nostra strepitosa vittoria al campo del Boschetto al Trofeo Oertli, un pareggio con l’U.S. Cremonese, una vittoria con la Marini: eravamo veramente una bella squadra, un gruppo di amici fuori e dentro il campo, a Cristo Re era dura vincere per le squadre avversarie.
Qualche anno dopo (era finito lo zoccolo duro e quasi tutti avevano smesso di giocare) emigrai e andai a giocare nella Juvi di S. Luca e i ricordi mi portano alla partita a Cristo Re contro il Corona, allenato da Vittorio Cozzoli. Nel secondo tempo segnai una doppietta e con un gesto non proprio leale salutai la panchina del Corona e il pubblico al termine dell’incontro vinto dalla Juvi.
Il basket
Il basket non esisteva a Cristo Re in quel periodo, c’era solo un cerchio in ferro, senza retina, posto a 4 metri circa sulla ringhiera dell’entrata laterale della chiesa. Si organizzavano gare di tiro e partitelle ‘3 contro 3’, ma il campo non era disegnato e il canestro (si fa per dire) era uno solo.
L’Oratorio era diviso da una cancellata in ferro, da una parte i maschi e dall’altra le femmine; quanti sguardi furtivi, quanti rimproveri da parte di don Rinaldo. Terminata l’attività di calciatore (si fa per dire!), nel contempo continuavo a praticare l’atletica leggera con la Società Atletica Cremonese, il basket con la Juvi e la pallavolo con il G.S. Beltrami; mi iscrissi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e frequentai l’Istituto Superiore di Educazione Fisica.
Correva l’anno 1964 e siccome vivevo a Milano, frequentavo poco l’Oratorio di Cristo Re; infatti giocavo a Brescia a basket nel Piamarta e lanciavo il giavellotto per l’Atletica Brescia.
Mi diplomai in Educazione Fisica, presi la tessera di ‘Istruttore Minibasket’ e il patentino di ‘Preparatore Atletico di Pallacanestro’ (si chiama così il primo grado per diventare allenatore).
Terminata la parentesi milanese ritornai a Cremona e ricominciai a frequentare l’Oratorio di Cristo Re. Il campo di calcio era diventato più bello ed era nata da poco una squadra di pallacanestro, allenata da Sergio Bergonzi. Mi ricordo tra gli altri Rodiani, Varesi, Michelotti, “Caio” Bolzoni, lo stesso Bergonzi, Fraioli, i fratelli Guglielmetti, Fioretti e i piccolissimi Crotti e Talamazzi. La squadra giocava alla domenica nel campetto, dove tuttora sorge il magnifico campo di ‘3 contro 3′. Il campo era in cemento e in mezzo c’erano i tombini e un avvallamento; palleggiare era molto difficile in quelle condizioni e spesso si perdeva il pallone. La squadra partecipò al campionato provinciale CSI e subì sonore sconfitte. Nel 1968, una domenica mattina, in compagnia di Claudio Dugaria, incuriosito da un continuo vociare, dopo Messa mi fermai a vedere una partita del Corona contro la SAS Pellico. Prima di andarmene alba’ ‘Botte d’Oro’ dissi a Dugaria “non c’è niente di bello da vedere, è una squadraccia”.
Mentre salivo le scale una mano mi si posò sulle spalle e una voce tuonò: “furbini, al posto di criticare vieni tu ad allenare il Corona e guardiamo se sai far meglio”. La voce era di don Angelo Scaglioni, il nuovo vicario dal ciuffo ribelle.
Rimasi folgorato sulla via di Damasco (pardon di via Mella!) e fu l’inizio di un meraviglioso percorso all’Oratorio di Cristo Re assieme al ‘don’.
Nacque a Cristo Re il più grande Centro Minibasket di Cremona e della Lombardia, moltissimi bambini e bambine si iscrissero, la palestra Monteverdi e la Virgilio erano le ‘nostre’ palestre, il ‘Maracanà’ il nostro campo all’aperto. Don Angelo in quel periodo non badò a spese, comperò le tute giallo-rosse, le borse, i palloni, incrementò l’attività sportiva, senza dimenticarsi però di quella formativa ed educativa.
Non si contano le vittorie al campionato provinciale CSI, ai Giochi della Gioventù, al Trofeo Coca Cola di Minibasket di quel periodo. L’Oratorio era tutto un fervore di iniziative, di allenamenti, di gare, di partite.
I ricordi di quel tempo mi portano subito a Egidio Battistini, a ‘Tamanza’ Massimo Talamazzi, Rubino ‘Baby’, Fiorenzo Marcatelli, ‘Gibe’ Girelli, Antonio Mancini, Ariberto Lorenzetti, Franco Romani, Massimo Crotti, Giordano Nobile: la mia prima squadra di pallacanestro di Cristo Re.
In quel periodo fu allestita anche una squadra senior che partecipò al campionato di la divisione della Federazione Italiana Pallacanestro: ‘Cecco’ Puerari, i fratelli Maranesi (Luciano e Mariano), Antonio Romani, Pierluigi Bigoni, il sottoscritto (allenatore-giocatore), ‘Paullo’ Parma, Angelo Finato, Sergio Bergonzi e Antonio Radi.
Quanti ricordi, quante sfide al ‘Maracanà’ con la SAS Pellico di Silvano Grandini. Si giocava rigorosamente dopo Messa e non si poteva entrare in Oratorio fino a quando la S. Messa non era terminata.
Si giocava all’aperto e qualche volta alla palestra Odeon; d’inverno faceva freddo e il campo si ghiacciava. Ricordo che, un sabato sera, il campo era ghiacciato e in quello stato non si poteva giocare il giorno dopo. Raccogliemmo i soldi, andammo a comperare due taniche di benzina e poi… con un fiammifero incendiammo il campo, sperando che si sgelasse. Un pandemonio, le fiamme erano altissime e don Rinaldo affacciandosi alla finestra prese paura e chiamò i pompieri. Che risate e che sgridata dal don.
Anche basket femminile
Non solo basket maschile all’U.S. Corona, ma anche femminile. La prima squadra femminile nacque nel 1968. Chi era l’allenatore? Naturalmente io.
Vincevamo poco, ma era una squadra ‘tosta’: Laura Zanetti, Graziella Zucchelli, Masarati, Laura Bottini (che poi diventò mia moglie), Mariangela Beccari, Carmen Carmellino, Gabriella Castagna, Manuela Vaiani, Maria Teresa D avò, Anni Racchetti, Griso.
Don Rinaldo non voleva che le ragazze giocassero con i calzoncini, voleva che indossassero le gonne. Non pareva vero ai ragazzi di venire a vedere gli allenamenti e le partite. Poi però gli feci cambiare idea e le ragazze giocarono con i calzoncini a ‘sbuffo’.
Passavo tutti i pomeriggi in Oratorio o in palestra, al mattino insegnavo Educazione Fisica all’A.P.C. e con il ‘don’ si progettava, si organizzava, si litigava, non ci si guardava in faccia per giorni interi e poi scoppiava di nuovo la pace e maggiore era la voglia di migliorare.
Don Angelo era un fenomeno, un uragano, all’Oratorio si giocava a tutto: basket, calcio, ginnastica artistica, atletica leggera, pallavolo femminile, scherma, sci: l’U.S. Corona era una società modello, invidiata da tutti.
Le trasferte in macchina, in pulmino (con Don Angelo alla guida) o in pullman a Varese, Milano, Venezia, i panini, le risate, le vittorie e purtroppo le sconfitte (non mi è mai piaciuto perdere!!), ma tanta amicizia, solidarietà e tanto attaccamento all’Oratorio di Cristo Re e a don Angelo. Quanti bambini giocarono a Minibasket in quegli anni, quanti giovani nelle categorie giovanili, quanti ricordi (ogni tanto riguardo le fotografie di tutte le mie squadre di quel periodo e mi commuovo), quante sensazioni, quante emozioni!
Il 26 giugno 1971 mi sposai nella chiesa di Cristo Re con Laura Bottini: ero emozionatissimo (peggio che in panchina), c’erano tutti i ‘miei giocatori, erano venuti in pullman da Monterosso dove erano in vacanza con don Angelo: un’emozione incredibile.
Partii per il viaggio di nozze e nel ritorno mi fermai a Monterosso, dove il mattino seguente fui svegliato da canti e schiamazzi dei miei giocatori: ci volevamo bene, ci apprezzavamo, eppure li facevo schiantare dalla fatica durante gli allenamenti.
Le vittorie più belle? I campionati provinciali CSI, i campionati regionali cadetti e FIP, CSI, il titolo italiano Juniores vinto nel 1973 a Chiavari con Palmiro Pezzoli e Valeriano Pozzi accompagnatori: Beccari, Siboni, Rigoni, Crotti, Talamazzi, Beligoni, Brigati, Costa, Fabris, Bizzari.
Al nostro ritorno a Cristo Re grandi festeggiamenti: l’U.S. Corona si era laureata campione d’Italia.
I giocatori? Dopo Talamazzi, Crotti e Girelli, Massimo Bona è quello che più mi è rimasto nel cuore, ma molti altri mi hanno dato molto, non solo come tecnica cestistica. Erano tutti solari, aperti, a volte ingenui, sgobbavano durante gli allenamenti; ero un sergente di ferro eppure mi volevano bene.
Splendido campionato dell’U.S. Corona in serie D con Massimo Bona, Andrini, Cantarini, ‘Obaz’ Podestà, Fabris, Crotti, Bizzari, Silvio De Vicenzi, Enrico Pighi, Talamazzi. Poi la promozione in serie C la poule B: grandi campionati, trasferte con tifosi al seguito: il Corona era una realtà del basket cittadino.
In quel periodo il Minibasket dell’U.S. Corona spopolava a Cremona e in Lombardia; le squadre giovanili mietevano successi; la prima squadra era un fiore all’occhiello. A Cristo Re non ci si può dimenticare di ‘Angel’ Galbignani, il factotum della società, l’anima, il cuore giallorosso, che per anni ha seguito tutte le squadre di basket: un amico, ‘I’umenon’ dal cuore d’oro. Nel frattempo io ero diventato Istruttore Nazionale Minibasket e allenatore nazionale FIP, allenavo tutte le squadre dell’U.S. Corona, entravo in palestra alle 14.00 ed uscivo alle 23.00.
Era il 1980, don Angelo e il consiglio dell’U.S. Corona decisero di ridimensionare l’attività di alto livello e la squadra di serie C passò ad altri dirigenti. Rimasi ancora attaccato all’U.S. Corona fino al 1981, anno in cui fui nominato Istruttore federale del Settore Squadre Nazionali della Federazione Italiana Pallacanestro e responsabile della formazione degli Istruttori minibasket e Giovanili.
I miei continui impegni mi tenevano spesso lontano da Cristo Re, ma avevo seminato bene: ‘Ginni’ Mussi allenava il Minibasket, Matteo Bonetti seguiva la squadra Propaganda assieme a Luca Savi e poi Franco Romani, Massimo Crotti, Massimo Talamazzi, Vincenzo Girelli, Massimo Bona, Stefano Sangalli, Roberto Riboldi, Michele Mondoni, Michela Gilli, Guido Priori, Pierangelo Fabris e tanti altri ancora.
Don Angelo se ne era andato a Paderno Ponchielli, arrivò don Gianpaolo Maccagni e io rimasi solo come consulente del settore Minibasket. Da Istruttore Federale portai in giro per l’Italia tutta la mia esperienza, gli insegnamenti e miei metodi che avevo utilizzato all’Oratorio.
Ogni tanto ritorno in Oratorio, c’è un magnifico campo di basket di ‘3 contro 3’, la palestra, mi fermo a vedere le partite di calcio o di Minibasket, faccio un salto alla Monteverdi a vedere il mio nipotino Mattia che gioca a Minibasket e… la cassa dei palloni è la stessa, pure i canestri sono rimasti quelli del 1968: è sempre l’U.S. Corona di una volta.